Le novità sul BIM dal 2025: obbligo per gli appalti pubblici sopra i 2 milioni di euro
A partire dal 1° gennaio 2025, l'adozione del BIM diventa obbligatoria per gli appalti pubblici superiori ai 2 milioni di euro, segnando un passo fondamentale nella digitalizzazione delle costruzioni. Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici promuove l'efficienza e la collaborazione tra i vari attori del settore.
A partire dal 1° gennaio 2025, il BIM (Building Information Modeling) è obbligatorio per tutti gli appalti pubblici di progettazione e realizzazione di lavori di valore superiore ai 2 milioni di euro. Questo è quanto previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) modificato dal D.Lgs. 209/2024, che sancisce l'adozione di metodi e strumenti digitali per la gestione delle costruzioni.
Dal 1° gennaio 2025, il BIM diventa obbligatorio per la progettazione e la realizzazione di lavori di nuova costruzione e per gli interventi su edifici esistenti. Tuttavia, questo obbligo non si estende agli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, salvo che tali lavori non riguardino opere precedentemente eseguite utilizzando metodi BIM. Questo segna un'importante evoluzione nelle pratiche di gestione dei progetti di costruzione, mirando a garantire maggiore efficienza, trasparenza e collaborazione tra i vari attori coinvolti nel ciclo di vita delle opere.
Un altro cambiamento significativo riguarda l’importo delle gare d’appalto: la soglia è calcolata sulla stima del costo presunto dei lavori pari a 2 milioni di euro. Ciò significa che il BIM sarà richiesto per progetti di maggior valore, consentendo di applicare metodi di gestione informativa digitale più avanzati anche a progetti di dimensioni considerevoli.
Inoltre, la normativa introduce una soglia specifica per gli interventi sui beni culturali. A partire dal 1° gennaio 2025, l’utilizzo del BIM sarà obbligatorio per i lavori di importo superiore alla soglia comunitaria di 5.538.000 euro.